Inblu sponsor dei capolavori restaurati
Tornano finalmente visibili al pubblico, dopo il lungo restauro, i due dipinti di più ampio formato mai realizzati dal grande maestro veneziano del Settecento.
Una struttura costruita appositamente per l’occasione condurrà i visitatori a nove metri di altezza per ammirare i due capolavori a distanza ravvicinata.
Dal 25 febbraio al 4 giugno 2023, le due monumentali tele di Giambattista Tiepolo (Venezia, 1696 - Madrid, 1770) conservate sulle pareti laterali della cappella del Santissimo Sacramento nella Basilica di San Lorenzo a Verolanuova (Brescia) tornano visibili in tutto il loro splendore, dopo il restauro recentemente concluso promosso dalla Fondazione della Comunità Bresciana attraverso il Fondo Fidanza, titolari di inblu.
“Siamo orgogliosi di aver supportato il restauro delle tele che ha richiesto un anno di intenso lavoro e le ha riportate a tutto il loro splendore cromatico - commenta Virginio Fidanza, fondatore di inblu -. Le pale saranno una vera opportunità per valorizzare Verolanuova e il suo patrimonio storico-architettonico”.
La restituzione alla comunità delle due tele più grandi al mondo del maestro veneziano è celebrata da una iniziativa, dal titolo Tiepolo a Verolanuova. A tu per tu con i due capolavori restaurati,curata da Davide Dotti, con la collaborazione della Parrocchia di Verolanuova e tra gli altri il sostegno di inblu, che consente ai visitatori di apprezzare, per la prima volta, da una prospettiva inedita e a distanza ravvicinata, la raffinatezza dei due dipinti, seguendo un percorso che li porta a nove metri di altezza, grazie a una struttura costruita appositamente per l’occasione.
Realizzate intorno alla metà degli anni quaranta del Settecento su commissione della nobile famiglia Gambara, le due opere di Tiepolo a Verolanuova sono alte dieci metri per cinque di larghezza e sonocaratterizzate da una straordinaria qualità pittorica e fervida creatività compositiva.
I soggetti - Il sacrificio di Melchisedec e La caduta della manna – richiamano il tema eucaristico per la presenza del pane e del vino - offerti da Melchisedec, re e sacerdote di Salem, antico nome di Gerusalemme, ad Abramo - e dalla manna, il “cibo degli angeli”, disceso per volere di Dio sul deserto per la salvezza degli israeliti dopo l'uscita e la liberazione dalla schiavitù in Egitto.
Gli interventi, coordinati a livello scientifico e organizzativo da Davide Dotti, sono stati realizzati dagli studi di restauro Abeni Guerra di Bresciae Antonio Zaccaria di Bergamo sotto la direzione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia.
Le tormentate vicende conservative dei teleri di Verolanuova si legano strettamente a due figure che hanno segnato la storia italiana della tutela del patrimonio artistico: Ettore Modigliani, storico direttore della Pinacoteca di Brera e Soprintendente della Lombardia, e il restauratore Mauro Pellicioli. Modigliani nel 1911 promosse il primo restauro e la foderatura dei due dipinti, ma già l’anno successivo si rese necessario rifare l’intervento. Nel 1918, per metterli al riparo dai pericoli della guerra, furono arrotolati su un grande cilindro in legno e consegnati a Modigliani per essere ricoverati a Roma, in Palazzo Venezia. Nel 1920, al rientro a Verolanuova, venne eseguito un nuovo restauro, curato da Francesco Annoni e Mauro Pellicioli. Per salvare le due opere dai bombardamenti della seconda guerra mondiale vennero nuovamente avviate le pratiche per il loro trasferimento; tuttavia, il conflitto terminò prima che le lunghe trattative tra la Curia bresciana e la Fabbriceria di Verolanuova portassero a un accordo. Nel 1952 Pellicioli compì un ulteriore restauro nel corso del quale fu nuovamente rifoderato il Sacrificio di Melchisedec, mentre sulla Caduta della manna fu eseguita l’operazione del trasporto del colore, ossia la trasposizione della pellicola pittorica dalla tela originale a una nuova tela. Il traumatico intervento farà divergere definitivamente il futuro conservativo della Caduta della manna da quello del Sacrificio di Melchisedec che, a oggi, presenta un migliore stato di conservazione.
La costruzione della maestosa basilica di San Lorenzo, la cui prima pietra venne posata il 10 agosto 1633, venne promossa dalla nobile famiglia Gambara, una delle più potenti e influenti di Brescia, che resse Verolanuova per oltre cinque secoli, a partire dalla metà del Trecento.
Oltre ai due capolavori di Tiepolo, questo sacro tempio a navata unica e pianta a croce latina, conserva altri preziose pale d’altare di pittori barocchi quali Andrea Celesti, Pietro Liberi, Francesco Maffei, Pietro Ricchi.
“È stato un onore - afferma lo storico dell'arte Davide Dotti - coordinare a livello scientifico e organizzativo il restauro dei due spettacolari teleri di Giambattista Tiepolo conservati a Verolanuova, da annoverare tra i più grandi capolavori non solo della pittura italiana, ma europea, del Settecento. Vedere tornare alla luce, giorno dopo giorno, le luminose e squillanti cromie tipiche della tavolozza del geniale maestro veneziano, celate sotto spessi strati di vernici ossidate, ha suscitato in me emozioni indimenticabili. Le visite sui ponteggi e le ore passate "a tu per tu con Tiepolo", il costante dialogo con i restauratori e le indagini diagnostiche effettuate hanno permesso di comprendere meglio diversi aspetti della straordinaria tecnica esecutiva dell'artista, l'ultimo dei pittori antichi e il primo dei moderni. Per il pubblico, salire a nove metri di altezza e ammirare da vicino ogni singolo personaggio delle due articolate storie sacre impaginate con esuberante dinamismo, sarà un'occasione unica e irripetibile che permetterà di creare un dialogo diretto con l'universo onirico di Tiepolo, contraddistinto dal trionfo della luce e del colore che si fa corpo dell'arte".
Il restauro dei dipinti e la loro valorizzazione rientrano in un più ampio progetto di promozione turistica e culturale di Verolanuova, attraverso il palinsesto di eventi dal titolo “Tiepolo Scomposto” organizzato dal Comune di Verolanuova e la proposta di un itinerario tra le provincie di Bergamo e Brescia alla scoperta delle opere tiepolesche “La via dei Tiepolo nelle province di Brescia e Bergamo”, che è parte del programma di “Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura 2023”.
Un riconoscimento che testimonia la qualità del progetto e l’enorme lavoro di sinergia tra enti pubblici e privati del territorio, completato grazie all’entusiasmo di tutta la comunità di Verolanuova.